martedì 31 gennaio 2017

LA MIA ESPERIENZA CON L'ECO-BIO.

Di shampoo e maschere erbettose.

Passare all'eco-bio, per me, è stata praticamente una scelta obbligata. Ho sempre avuto una pelle molto sensibile, soggetta ad arrossamenti, scottature e micosi. Per lunghi anni ho utilizzato prodotti medici ed onestamente non volevo doverne essere dipendente per tutta la vita.
Ho potuto conoscere questo mondo grazie innanzitutto alla mia amica Carla, che pazientemente mi ha spiegato molte cose e mi ha reso attenta su alcuni prodotti e ingredienti.
Inoltre, essere consapevole di cosa è contenuto nei vari prodotti di igiene e cosmesi quotidiana, mi ha fatto riflettere anche su quello che è l'impatto ambientale.

Il primo step è stato acquistare shampoo con inci accettabile, con i quali tuttavia non ho avuto grandi risultati: i miei capelli risultavano sì più luminosi, ma la pelle del viso si arrossava ancora.
Dopo alcuni mesi di utilizzo sono passata a shampoo eco-bio: la prima grande differenza è stata che finalmente la mia pelle non si arrossava più, i miei capelli erano molto luminosi, tuttavia dopo la doccia erano sempre molto annodati e quindi pettinandoli si spezzavano (non ho acquistato da subito il balsamo perchè non ne avevo mai fatto grande utilizzo).
Contemporaneamente all'acquisto di shampoo eco-bio, ho comprato anche alcuni cosmetici e creme viso e corpo con un buon inci, con i quali ancora adesso mi trovo molto bene.
Osservando la resa degli shampoo eco-bio, che non mi soddisfaceva completamente, ho finalmente deciso di fare due cose: acquistare un balsamo con un buon inci e farmi delle maschere nutrienti ai capelli. Il balsamo è stata la svolta: capelli morbidissimi, profumati e pettinabili dopo la doccia.

(alcuni dei miei prodotti per la routine di lavaggio: balsamo, maschera già pronta, shampoo diluito e termos per il risciacquo acido)

E poi le maschere nutrienti... il paradiso per me. Attualmente i momenti piu rilassanti della settimana sono quelli dove mi cimento ad essere una sorta di “piccola chimica” e sperimento nuove ricette e prodotti.
Le maschere che mi applico sono principalmente di due tipi: quelle composte da “erbette” (Shikakai, Kapoor, Brahmi, Cassia, ecc. ) e quelle composte da prodotti alimentari di uso pressoché quotidiano (miele, uova, yogurt, ecc. ). Se per le maschere del secondo tipo non sussiste alcun problema, poiché tutti i prodotti sono facilmente reperibili, problemi piû rilevanti sussistono per gli impacchi del primo tipo. Purtroppo, infatti, nella nostra regione, è molto difficile trovare queste cosiddette “erbette”, io personalmente dopo una lunga ricerca ho trovato un negozio molto ben fornito a Chiasso, la cui proprietaria è una persona molto competente e preparata in materia.

(piccola scorta di “erbette” per le maschere nutrienti)

Ormai è diverso tempo che ho adottato questo stile di vita e, per quanto mi riguarda, sono molto contenta dei risultati che ancora adesso continuo ad ottenere. 
In generale trovo di perdere molti meno capelli rispetto a due anni fa, vedo la mia chioma piu sana e, soprattutto, non sono piu schiava dello shampoo un giorno si e uno no. Attualmente posso lavarmi i capelli uno, massimo due volte alla settimana; non ho piu avuto problemi di pelle al viso; non mi prude piu la cute; mi rilasso e, guardandomi allo specchio, rido osservando la mia testa avvolta in una pellicola di carta trasparente.

Per il momento è tutto. Vi rimando al prossimo post, dove parlerò di maschere fai-da-te.

Sciao Sciao!

mercoledì 25 gennaio 2017

NON POSSO USCIRE PERCHé...


Quando ho aperto il mio blog, ho immediatamente scritto alle mie ex coinquiline per comunicare la notizia. Ero mega emozionata.

Una delle prime cose che mi ha detto la mia amica Tea è stato che dovevo fare un post sulle scuse che ho raccontato in questi anni per non uscire.
Cioè, non che non mi piaccia uscire, ma ci sono dei giorni dove proprio non ho voglia di mettere il naso fuori di casa. E poi ci sono dei posti dove non mi piace proprio andare. Come capita a tutti i comuni mortali.

Il punto però è che non si può esattamente dire che, negli anni, abbia avanzato delle scuse super geniali. La maggior parte delle volte che non ho voglia di andare a far balotta, racconto le stupidate che raccontano tutti: non mi sento bene; devo studiare; mi devo svegliare presto domani; ecc.
Tuttavia, le mie due ex coinquiline ancora adesso, a distanza di anni, mi prendono in giro per una scusa che ho dato una sera, perché non avevo voglia di uscire.
In realtà non è che l'abbia proprio pensata prima questa scusa, mi è venuta fuori così...spontanea. Che poi aveva un fondo di verità.
Non ricordo neppure dove mi avevano chiesto di venire quella sera. Fatto sta che la mia risposta è stata più o meno questa:

Non posso uscire perché mi scade il pollo”.

Che a rifletterci sembra una cosa tipo: “Devo stare a casa perché il mio pollo è in fin di vita e devo stargli accanto fino all'ultimo”.
Oppure: “Devo provare a salvare il mio pollo che sta rischiando le penne”.
Oppure ancora “Devo dare una degna sepoltura al mio pollo”.

Questa è una delle tante parentesi che farò tra un henné e l'altro. 
Cerco di essere simpatica come lo sono dal vivo.

sabato 21 gennaio 2017

MA COSA CASPITA è L'ECO-BIO? Un punto di partenza

MA COSA CASPITA è L'ECO-BIO?
Un punto di partenza

Il mio lato criminologico/criminalista probabilmente emerge anche in questo ambito: fare “l'allegra chimica” mi fa provare un brivido d'eccitazione unico.
Premetto che non è mia intenzione ne fare “propaganda terroristica” sull'uso di prodotti eco-bio ne tantomeno fare pubblicità per favorire una marca piuttosto che un'altra. I prodotti e le marche presenti in questo blog, sono cio' che ho utilizzato durante questo percorso. Tutto quello che ho imparato è frutto innanzitutto di mille esperimenti effettuati tra la cucina e il bagno di casa mia e, secondariamente ma non meno importante, è frutto di ore di lettura di blog/siti internet e di ascolto di esperienze di altre persone.

Forse prima di iniziare a parlare à gogo, è meglio che spieghi un paio di cose, soprattutto per chi, come me all'inizio, ne sa poco o niente del tema. Con questo non voglio sicuramente dire che io ora sia una guru in materia ;)anzi. Non si smette mai di imparare.

In questo post, e in tanti altri, parlerò di prodotti eco-bio. Ma cosa significa esattamente?

Il concetto è l'unione del termine Ecologico e Biologico
 
Se per il primo termine la definizione è abbastanza semplice (rispetto dell'ambiente e degli esseri viventi che ci vivono); per il secondo la definizione non è così ovvia.
Ok, Biologico è qualcosa che viene prodotto attraverso trattamenti naturali, organici. Quindi, per contro, tutto ciò che viene prodotto attraverso trattamenti chimici dannosi non è bio. Tuttavia negli ultimi anni il termine “Bio” è stato super utilizzato ed incollato a casaccio su prodotti di ogni tipo che, in molti casi, erano tutto meno che bio. 
 
Il concetto di “Bio” alla gente piace, trasmette l'idea di qualcosa di sano, che fa bene. L'etichetta “Bio” fa vendere.

Ovviamente il “Bio” frutta molto anche nel settore del make up e dei prodotti di igiene quotidiana. In questo ambito le aziende giocano molto bene le loro carte utilizzando dei packaging che possono far credere al proprio cliente che il prodotto che vendono sia naturale. Magari disegnandoci sopra una bella foglia verde piuttosto che dei fiorellini.
E poi ti sparano delle pubblicità dove dicono che nella loro “crema fantastica” c'è quell' “olio miracoloso rarissimo che proviene dalla radice di una pianta di Mandragola cresciuta ai piedi dell'Himalaya e coltivata da un vecchio Hunza”, che ti farà ringiovanire.
E uno pensa “ah, figo! Devo provarlo, così magari mi scompaiono quelle brutte rughette a zampa di gallina”. Che secondo me poi non sono mica brutte, ma danno un tono. E poi magari uno non sa neppure dove si trova l'Himalaya ma va beh.

Ma ci sono dei modi per tutelarsi. Naturalmente attivare il proprio buon senso. Controllare se esistono e sono presenti sul prodotto delle certificazioni iternazionali (serie!) che attestino che effettivamente il prodotto è eco-bio. E, da ultimo, ma non meno importante, imparare a leggere l'INCI (questo per quanto concerne la cosmesi e la cura del corpo).

Ma che diavolo è l'INCI??
E' l'acronimo di International Nomenclature of Cosmetic Ingredients, ossia gli ingredienti contenuti nel prodotto.
Ok, ve lo dico subito. Leggere l'INCI è difficile. Ancora adesso passo una buona mezz'ora nel reparto shampoo e saponi a leggere INCI, cellulare alla mano e Google aperto, per cercare gli ingredienti che non conosco.
Però Dont worry! Per chi è smartphone dotato, sappiate che esistono delle ottime app da scaricare che vi aiutano in questo arduo compito. Per le altre persone, consiglio di fare una piccola ricerca su internet: si trovano bellissime e utilissime tabelle riassuntive degli ingredienti da evitare.

Parlare di INCI in poche righe è assolutamente riduttivo quindi per approfondimenti vi rimando al grande Web. Voglio però concludere dicendovi un paio di cose.
I diversi prodotti (della cosmesi, piuttosto che della cura del corpo e dei capelli) sono creati in “laboratorio”, attraverso delle formule. Alias non è tutto un semplice mescolamento di ingredienti. Ogni ingrediente viene introdotto nella formula in virtù della caratteristiche finali che si vogliono ottenere. Un po' come quando si fa una torta: se è troppo liquida si aggiunge la farina, se è troppo stopposa di aggiunge il latte. Per esempio.
Naturalmente quando si tratta di chimica (e io non sono assolutamente una chimica industriale) la faccenda non è così semplice. Ne sa qualcosa la mia amica Carla, che a Natale mi ha regalato dei fantastici prodotti fatti in casa.
Ora, nell'ambito dell'eco-bio, il principio è che nel prodotto devono (o dovrebbero) esserci degli ingredienti che non sono dannosi per il corpo ne per l'ambiente. Questo fa dell'eco-bio una scelta anche etica. 
Il problema quindi di tanti prodotti in commercio è che, al loro interno, ci sono delle sostanze che non sono dermo compatibili, ad esempio possono essere tossiche o irritanti e quindi creare diversi problemi di pelle. E così è stato per me.

Per non dilungarmi troppo, chiudo qui, nella speranza di aver suscitato un po' di interesse. Vi parlerò ancora di INCI ... è una promessa! E se avrete voglia, leggerete ancora... :)
See you soon!

mercoledì 18 gennaio 2017

Voilà eccomi qua Di me, di te, di perché

Voilà eccomi qua
Di me, di te, di perché

Beh, eccomi qua. Suppongo che in questi casi bisognerebbe presentarsi.
Ciao, mi chiamo Angi, mangio pesce, scrivo sciocchezze mentre mi faccio l'henné.
Non è la prima volta che scrivo in un blog, grazie infatti alla mia amica Tea, ho scoperto questo mondo, se così si può chiamare. 
Vabbé non è che voglio proprio tessere le sue lodi per essere ancora una volta la sua (ex) coinquilina preferita , ma è molto brava a far andare la penna (e la tastiera), quindi fatevi un giro sul suo blog. Zuppadicipolledestate http://zuppadicipolledestate.blogspot.ch/

Ecco, dunque io sono qua perché avevo voglia e forse bisogno di un mio spazio da imbrattare e da condividere con chi ha voglia di leggere.
Questo spazio nasce con l'idea di parlare di maschere per capelli, henné, impacchi e cose così. Eh si lo so, non è che l'argomento generi esattamente reazioni di frenesia verbale...SBEEEM... sbagliato.
Neanche potete immaginare come, da quando alcune persone sanno quello che faccio tra la cucina e il bagno di casa mia, quante telefonate/messaggi ho ricevuto di richieste di consigli.
Vabbe non tantissimissimi. Però un po' si. Insomma, sono piccole soddisfazioni.
In realtà poi non penso che parlerò solo di questo, ma vediamo come va.

Il nome del blog. Uuuuh penso che dare un nome ad un blog sia quasi come dare un nome ad un gatto. Cioé vuoi trovare un nome che faccia figo, tipo “ ma lo sai che il blog “la gangsta aragosta” lo gestisco io?!”.
Un gatto mica lo puoi chiamare tittina, batuffolino, scriccioletto. Ma no caspita. Cioè Cataldo come un cavaliere di Fantaghirò, è un nome cazzuto. O Lucifero come il gatto di Cenerentola.
Non è facile trovare un nome che spacca, che abbia un bel suono, che non sia stupido, che abbia un senso e che non sia banale. Inizialmente, giuro, pensavo di chiamare il mio blog “BaffoNaturale”. Mi è venuto un po' così. Eh boh, non so, mi ricordava troppo una certa birra. E un po' anche mio padre. Che poi sono convinta che le mie amiche e i miei amici mi avrebbero detto che era più bello BaffoNaturale. Mi sembra di sentire già in lontananza i loro commenti...

Nulla, alla fine è uscito questo nome. Ok, non è esattamente una bomba di originalità, ma in fondo chissene. Quello che conta è il significato. O i significati.