giovedì 29 marzo 2018

Il nettare degli dei. Parte prima.

In una ventosa giornata di fine ottobre ho raggiunto Oreste al suo apiario di Bissone.
Là abbiamo fatto due chiacchere sulle api e sul miele, e mi ha raccontato un sacco di cose interessanti che voglio condividere con tutt* voi.

Lo scopo di questo video non è certamento quello di mostrare il mio innato talento di regista e produttrice (spero qui leggiate il tono ironico.... Sono pienamente consapevole dei miei limiti XD).

Il mio intento è quello innanzitutto di mostrare quanto sia lungo e faticoso il lavoro delle api e dell'apicoltore. Un lavoro che richiede tanto impegno, tempo e costanza. Un lavoro che Oreste svolge con una vera passione. E si vede.

Questo video può sembrare didattico... ma non voleva esserlo. Sono ancora alle prime armi...
Spero comunque che dopo averlo visto sappiate qualcosa in più sul mondo meraviglioso delle api.

Io sono per un consumo consapevole. Non solo consapevole rispetto agli ingredienti contenuti in un prodotto, ma anche al lavoro che sta “dietro” alla produzione.


Il video dura circa 5 minuti.
Grazie alle nuove tecnologie i video sono visualizzabili anche con il telefono. Quindi se sei sul treno/autobus, se stai aspettando che la torta in forno sia cotta, se sei in bagno e non sai che fare, se sei sulla cyclette in palestra, ritagliati 5 minuti del tuo tempo per guardare questo video.
Alla fine magari saprai qualcosa in più sulle api e ti strapperò pure un sorrisino. Ma solo se lo guardi fino alla fine.

Mal che vada, la prossima volta guardati un video sui gattini.




Alla fine di questo pomeriggio ci siamo rilassati con un buon caffé, una fetta di ciambellone di mamma Pina e un tramonto che in Ticino verrà ricordato così...



Per vedere la seconda parte clicca al link seguente: http://occhidimieledicastagno.blogspot.ch/2018/04/il-nettare-degli-dei-parte-seconda.html


E per vedere la terza parte clicca al link seguente: http://occhidimieledicastagno.blogspot.ch/2018/04/il-nettare-degli-dei-parte-terza.html

E per vedere la quarta parte clicca al link seguente: http://occhidimieledicastagno.blogspot.ch/2018/04/il-nettare-degli-dei-parte-quarta.html

martedì 27 marzo 2018

Il nettare degli dei. Un post a sei mani per parlare di miele.

Vi premetto che questo progetto mi sta davvero molto a cuore. 

Dopo circa un annetto di vita del blog, non potevo non dedicare uno spazio ampio e approfondito all'elemento che dà il nome al mio diario virtuale. Ebbene sì, sto parlando del Miele. 



Per questo progetto ho pensato a qualcosa di un po' diverso: un post a più mani e a puntate.
Grazie infatti alla collaborazione della mia amica Tea e del mio amico Oreste, è stato possibile realizzare quanto seguirà prossimamente.

Tea è nota per il suo blog zuppadicipolledestate http://zuppadicipolledestate.blogspot.ch/ , dove con il suo stile unico, un pizzico di ironia e simpatia, e una manciata di talento mica male, scrive di un po' di tutto, in particolare di cucina.

Oreste è un importante produttore di miele locale ticinese (https://www.facebook.com/Granfuco/, https://www.youtube.com/channel/UCkxBse7HcCc_4Ygsf9yb_Ug ) che, con passione e costanza, ha ampliato la sua produzione di miele, spesso aiutato dalla sua famiglia alla quale io sono molto legata ormai da tanti tanti anni. Ha delle competenze e conoscenze vaste, coltivate con studio ed esperienze sul campo. Ogni volta che incontro Oreste, mi racconta delle cose super interessanti sul miele e sulle api. Ovviamente per tutti questi motivi ho deciso di coinvolgerlo in questo progetto. Per ordinazioni scrivere a: granfuco@gmail.com ;)

Se seguirai il mio blog nei prossimi giorni, potrai trovare:

- video intervista ad Oreste
- una ricetta a base di miele della mia amica Tea
- l'utilizzo del miele nelle maschere per i capelli
- le proprietà del miele

A prestissimo!!

venerdì 9 marzo 2018

Tanti auguri Occhidimieledicastagno

Pochissimo tempo fa questo blog ha compiuto il suo primo anno di vita.

Ho creato questo mio spazio virtuale, innanzitutto, per me stessa. Avevo bisogno un luogo tutto mio dove accumulare tutte le cose imparate negli anni. Un luogo dove facilmente posso andare a ripescare le informazioni. Un luogo però da condividere con altre persone.

Purtroppo sono cosciente che la tematica dell'ecobio per la cura del corpo e dei capelli “non tira” molto per il momento. È ancora un tema poco seguito, poco in voga, ma che piano piano sta trovando il suo spazio nel mondo.

L'ecobio è una scelta. Questo concetto l'ho ripetuto fino alla nausea in praticamente ogni mio post. E come ogni ideale da perseguire nella vita, è naturalmente difficilissimo essere coerenti al 100%.

Personalmente ho scelto una routine ecobio per la cura dei capelli, del corpo e per il make up. Ma per tante altre cose nella mia vita, non sono assolutamente ecobio. Bisogna ammetterlo. Quindi, se qualcuno se lo fosse chiesto sino ad ora, la risposta è No. Non sono una paladina del Bio e dell'ecobio. Non compro la pasta Bio e tutte le verdure Bio. Brucerò all'inferno.

A questo punto non voglio aprire il vaso di Pandora rispetto alle mie riserve sul Bio, quindi proseguo. (oddio, ho detto Bio tipo 8 volte in 10 frasi XD, che nausea )

Qualcuno ogni tanto mi chiede “Ma ne vale la pena di farsi i papponi da spalmarsi in testa tutti i mesi? Dove trovi il tempo? Vedrai che quando avrai una famiglia non riuscirai più. Ma non ti senti un po' matta a sbatterti la maionese in testa?”.

“Si, ne vale la pena. “ questa è la mia risposta.

Prima di passare all'ecobio avevo dei capelli di merda: me li lavavo un giorno si e uno no e comunque apparivano sempre sporchi, avevo doppie punte (a volte pure triple o quadruple), ogni volta che lavavo i capelli mi si arrossava il viso e mi prudeva la cute, avevo punte vuote, la mia chioma era secca e spenta, ogni volta che facevo una tinta chimica perdevo vagonate di capelli. Infine, il mio colore l'avevo soprannominato Color Ciabatta. E questo la dice lunga.
Quando una cosa ti piace e ti fa stare bene, il tempo lo trovi.
Un po' come alle persone a cui piace andare dal parrucchiere, o a fare shopping, o leggere. Se ti piace, il tempo lo trovi. Appunto. In qualsiasi modo.


In questi anni di ecobio non mi è spuntata una chioma di capelli stile Ariel.
Quando si intraprende questo viaggio bisogna mettere in conto che la genetica ha un ruolo importante. E, non da meno, bisogna avere pazienza. Tanta pazienza.

Ma quando i risultati, piano piano, cominciano a vedersi allora si capisce che non si vuole tornare indietro. Ma chi me lo fa fare di tornare a prima. Faccia arrossata, ciocche di capelli sul cuscino e lavaggio di capelli continuo. Zero.

Ogni tanto le doppie punte mi vengono ancora. E naturalmente i miei capelli si sporcano come a tutti i comuni mortali, soprattutto quando Emilio mi accarezza la testa e mi districa i capelli per ore e ore. È così rilassante...

Quindi oggi, per festeggiare il primo compleanno del blog, condivido con voi un sintetico collage dell'evoluzione dei miei capelli. Da che situazione ero partita, l'abbandono della piastra, abbandono della tinta chimica, il passaggio a prodotti accettabili ed infine il passaggio all'ecobio e l'uso di erbette per la cura dei capelli.

Collage fatto in casa. Evoluzione chioma dal 2013 ad oggi. 

giovedì 1 marzo 2018

Al bar si fa tutto meglio

Sì. Sono una di quelle persone che al bar fa tutto meglio.

Penso sia una cosa che mi porto dietro dal liceo. Quando bigiavo (o facevo sega. Come si dice se no?), andavo al bar. Spesso soltanto a bere un caffé con la mia compagna di bigiate preferita. Oppure giocavo a carte con i miei amici/he, naturalmente al posto di andare a lezione.
Studiare lo facevo meglio sempre al bar. Credo di aver superato gli esami finali del liceo grazie alle mega studiate al bar.
I discorsi filosofici, le risate. Tutto al bar assumeva (e assume tuttora) un tono migliore.
All'università ho passato pomeriggi interi al bar a chiaccherare o semplicemente a perdere tempo.

Il bar, in un qualche modo, è un salvavita.
Quando devi aspettare un treno, ma sei troppo in anticipo, vai al bar. Quando ti scappa forte la pipì e sei in giro, vai al bar.

Al bar, con un computer o con un libro tra le mani, si assume un aspetto diverso. Quasi un alone di mistero.

E poi quando semplicemente vuoi uscire di casa e non sai dove andare e non hai nessuno con cui chiaccherare, vai al bar, bevi un caffé e chiaccheri con il barista. Che è un po' come la parrucchiera. Un gran ascoltatore. E un po' psicologo.

Il bar, secondo me, è un po' come un areoporto. Un luogo di passaggio, dove però alcune persone sono sempre le stesse. È un luogo dove ti puoi sedere, osservare le persone e domandarti da dove vengono e dove andranno.

Ma non è solo un luogo di passaggio. Per tante persone, il bar, è quasi un rito.
Una fermata obbligatoria. Per iniziare bene la giornata e svegliarsi. Oppure per concludere la giornata e staccare il cervello. Oppure un luogo semplicemente di pausa.
È un luogo dove puoi scegliere di stare da solo e farti gli affari tuoi. E nel medesimo tempo è un luogo estremamente sociale.


Poi secondo me tutto sta nel trovare il bar giusto. A dipendenza del perché vuoi andare al bar.
Se vuoi andarci per leggere, studiare, scrivere, bisogna scegliere con attenzione il luogo.

Secondo me deve essere un bar abbastanza grande, dove il barista non per forza ti impezza.

Deve essere un bar dove fanno un buon caffé (magari al ginseng) o almeno un buon Chai.

Deve essere un bar dove si può fare colazione quindi deve avere buoni cornetti/gipfel. E magari dove a pranzo fanno pure quei paninoni con la salsa rosa.

Deve essere un bar dove la musica è bassa, così da permettere sia di chiaccherare che di studiare. Deve essere un bar non troppo frequentato, se no il casino ti distrae.

Deve essere un bar con delle sedie comode, ma non troppo se no ti cala l'abbiocco. E con dei tavoli abbastanza grandi per poter appoggiare tutti i libri che ti servono per studiare.


E così, mentre fuori nevica, io me ne sto a bar a scrivere sul mio blog. Non so se il post sia venuto effettivamente meglio degli altri. Ma sicuramente questo bar mi ha ispirato. 
Sono sicura tuttavia che posso trovare posti migliori dove produrre fesserie.

Una veduta dal mio angolino