giovedì 4 maggio 2017

Cronache lucernesi 2# Il brunch della domenica

Una domenica mattina io e Emi siamo andati a fare una mega colazione in un posto sul lago, specializzati in brunch. Tipo che ne hanno di tre tipi. Probabilmente uno dei pochi posti aperti di domenica. Premetto che ci siamo andati perchè Emi aveva ricevuto un buono. Se no, non penso ci saremmo mai andati.
 
Quando mi sono svegliata quella mattina, ho cominciato ad avere mal di pancia. Perché sono una di quelle persone che ha bisogno di fare colazione subito. Non posso aspettare. Se no divento nervosa e il mio cervello non si accende. Perché la colazione è il pasto più importante della giornata.
Quindi ci siamo svegliati, docciati, vestiti e finalmente siamo arrivati sul posto. Che io davvero ormai non ci vedevo più dalla fame. 
 
Appena giunti all'ingresso, ci siamo guardati e abbiamo ben presto intuito che eravamo capitati in un posto un po' “Chateau Valons” come direbbe il mio amico Gelso. Quei posti dove l'età media è tipo 65 anni. Dove sulle sedie c'è il cuscino per chi ha il sedere delicato e sui tavoli le tovaglie bianche. E devi fingerti una persona “a modino” se no la gente ti guarda un po' male. 
 
In quel momento mi è sembrato di tradire la pasticceria in Borgo San Pietro (a Bologna) dove prendevo sempre il caffé al ginseng e il cornetto ai frutti rossi. E le pasticcere ci conoscevano cosi bene che ormai non dovevamo più dire cosa volevamo. Il terrazzino era direttamente sulla strada, così piccolo che i 5 tavoli e le rispettive sedie, per starci, andavano perfettamente incastrate. E se te ne volevi andare, dovevi far alzare metà della gente.
 
Tornando al brunch lucernese. Ci siamo messi sul terrazzo e celermente è arrivata una cameriera a chiederci cosa volevamo da bere. E come volevamo le uova. Le uova?! Per me no, grazie. Uova e bacon come si vede nei film americani, non fa per me. Io sono per la colazione dolce. 

Dopodiché ci siamo fiondati al buffet. Straricco di ogni manicaretto. Affettati tra cui anche il Salmone. Frutta. Torte. Pane di ogni tipo. Spremuta di arancia e di pompelmo. Formaggio. Gipfel, o cornetti come dir si voglia. 
 
Torniamo al nostro tavolo e notiamo il dettaglio migliore. Il tocco di classe: alziamo gli occhi e sulle nostre teste, appeso, domina un cigno di plastica in posizione di volo. Che mi ha vagamente ricordato un vaso di plastica a forma di cigno che avevo anchio a casa mia in Ticino, che penso andasse molto di moda negli anni '90. 
 
Va beh. Pasticceria bolognese rimarrai sempre la mia preferita.

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