Sono figlia degli
anni '90.
Non mi piace
troppo fare quei discorsi “quando ero bambina giocavo nel bosco. I
bambini e le bambine di oggi giocano con il tablet. Che tristezza!”.
E poi quei versetti tipo “mmmm”, scuotendo la testa.
Oddio, per quanto
possa essere vero, che in fondo forse un po' è triste, alla fine è
un processo altamente legato all'avanzare della tecnologia, della
modernità. Non penso si possa bloccare. Non così facilmente. Cambia
la società, cambiano le relazioni sociali, cambiano i modi con cui
le persone trascorrono il proprio tempo libero, cambiano i
divertimenti.
Ogni persona ha le
sue idee ed in base a queste ognuno sceglie come educare i propri
figli e le proprie figlie, quali stimoli dare e quali no. Sono scelte
appunto. Condivisibili o meno.
Ma non sono qua
per fare filosofia o una lezione di sociologia dell'educazione.
Quando ero
bambina, c'è stato un periodo, dove sono andata in fissa con i
progetti delle case. Naturalmente erano delle case assurde che non
rispettavano nessuna legge della fisica e dell'estetica. Ma va
beh.
Ricordo che avevo
visto da poco La Bella e la Bestia, ed ero rimasta letteralmente
incantata dalla biblioteca che aveva nel castello il coprotagonista
maschile. E tra me e me, mi ero detta: La voglio anchio.
Da quel momento ho
cominciato a disegnare un centinaio di progetti di “case dei
sogni”. Con un denominatore comune. Una stanza grande come mezza
casa solo per i libri.
Ho un rapporto
particolare con i libri. Amore e odio? No dai, non esattamente. Ci
sono periodi dove proprio non ho la testa di leggere. Non c'è niente
da fare. Altri momenti dove non riesco a staccarmi e stancarmi. E
leggo ad orari e in situazioni assurde. Tipo alle due di notte seduta
sulla tazza del cesso.
Quando sono
arrivata a Lucerna, qualcuno mi ha chiesto: ma hai traslocato?
Mia risposta:
finché non porto i libri, non è un vero trasloco.
Tornando alla casa
dei sogni. Un'altra caratteristica comune in tutti i progetti era la
vasca da bagno, o meglio, una sorta di piscina in bagno. Dotata di
idromassaggio, abbastanza grande per contenere almeno una squadra di
calcio. Che poi io il bagno lo faccio solo d'inverno. E ogni tanto.
Mica tutti i giorni. E neanche tutte le domeniche.
E poi volevo a
tutti i costi una casa a due piani, con una scala a chiocciola un po'
particolare. Un po' come quella che c'è in quella libreria a Porto,
dove sembra JKRowling si sia ispirata per le scale di Hogwarts, di
Harry Potter. Che poi adesso a Lucerna, in casa, abbiamo una specie
di scala a chiocciola che è pericolosissima. E ogni volta a scendere
le scale bisogna fare super attenzione se no si scivola, soprattutto
quando si è un po' ubriach*.
Ora i progetti
delle case non li disegno più, ma sono sicura che quando farò il
vero trasloco, voglio essere sicura che nella mia futura casa ci sia
abbastanza spazio per una libreria di grandi dimensioni che possa
accogliere tutti i miei libri.
E voi disegnavate le vostre case dei sogni?
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